giovedì 29 agosto 2013

Sviluppo industriale e tutela della Natura. Convivenza possibile. Basta crederci! Il caso Monfalcone.


Spiace constatare come nella nostra provincia di Gorizia si faccia ancora tanta fatica a far convivere lo sviluppo industriale e la tutela di aree di assoluta eccellenza naturalistica.

La polemica scoppiata tra WWF e Consorzio per lo sviluppo industriale, relativa alle problematiche dell’escavo del canale portuale  e della tutela della zona della cassa di colmata e del canneto del Lisert, mi lascia, come cittadino e come esponente politico,  perplesso e deluso.

La zona in questione dovrebbe costituire motivo di orgoglio per i cittadini delle nostre zone e per lo stesso Consorzio per lo sviluppo industriale. Si tratta infatti di un’area dove si concretizza una tra le più alte concentrazioni di uccelli nidificanti e di passo a livello nazionale. Un’area unica verrebbe da dire. Favorita dalla compenetrazione degli ambienti carsico, marino e dall’emergenza di acque dolci alle foci del Timavo. Un’area dove ambiente mediterraneo e  dinarico si incontrano e creano un’habitat perfetto per la vita e per il popolo dell’aria!

In altri paesi, più civili e lungimiranti del nostro, un piccolo ampliamento dell’area di protezione (relativamente al prezioso e ormai ridotto canneto del Lisert) verrebbe favorito e proposto a simbolo universale di possibile coesistenza tra sviluppo industriale e tutela di un prezioso lembo di natura.

Non così da noi, dove la semplice proposta del WWF viene bollata come eretica e impresentabile. Prevale come sempre la logica predatoria del secolo scorso, dove la Natura deve soccombere sempre e comunque per lasciar spazio alle progressive sorti dello sviluppo…..progressive sorti che, tra l’altro, tutti vedono dove ci hanno condotto! Ad una crisi etico-economico-ambientale da cui non si vedono vie d’uscita.

Non mancano di certo spazi e superfici alternativi per l’insediamento di nuove realtà produttive, basta vedere la quantità di capannoni e aree industriali sfitte e non utilizzate.

Abbiamo 2 aree industriali, Schiavetti Brancolo e Lisert (la prima in fase, tra l’altro, di ampliamento), insediate in aree di grande valenza naturalistica. Abbiamo una cartiera edificata su uno dei posti più preziosi del nord Adriatico: le foci del Timavo, citate ben tre volte nelle opere di Virgilio, che era stato fortemente impressionato dalla bellezza di quest’area. E non bastano gli scempi fatti nel passato: sembra impossibile proteggere anche un piccolo lembo residuale del prezioso canneto rimasto!

Lo sviluppo industriale negli anni a venire mostrerà sempre più la corda, sia per l’imminente esaurimento delle risorse minerarie  facilmente estraibili, sia per il raggiungimento del picco e della successiva riduzione della produzione petrolifera. La valorizzazione del patrimonio storico e  naturale unico del nostro Paese costituisce l’unica alternativa possibile e praticabile. Uomini del secolo scorso al timone delle nostre istituzioni questo non riescono proprio a capirlo! E’ triste, per noi, ma soprattutto per le generazioni che seguiranno.

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