Spiace constatare come nella
nostra provincia di Gorizia si faccia ancora tanta fatica a far convivere lo
sviluppo industriale e la tutela di aree di assoluta eccellenza naturalistica.
La polemica scoppiata tra WWF e
Consorzio per lo sviluppo industriale, relativa alle problematiche dell’escavo
del canale portuale e della tutela della
zona della cassa di colmata e del canneto del Lisert, mi lascia, come cittadino
e come esponente politico, perplesso e
deluso.
La zona in questione dovrebbe
costituire motivo di orgoglio per i cittadini delle nostre zone e per lo stesso
Consorzio per lo sviluppo industriale. Si tratta infatti di un’area dove si
concretizza una tra le più alte concentrazioni di uccelli nidificanti e di
passo a livello nazionale. Un’area unica verrebbe da dire. Favorita dalla
compenetrazione degli ambienti carsico, marino e dall’emergenza di acque dolci alle
foci del Timavo. Un’area dove ambiente mediterraneo e dinarico si incontrano e creano un’habitat
perfetto per la vita e per il popolo dell’aria!
In altri paesi, più civili e lungimiranti del nostro, un piccolo
ampliamento dell’area di protezione (relativamente al prezioso e ormai ridotto
canneto del Lisert) verrebbe favorito e proposto a simbolo universale di
possibile coesistenza tra sviluppo industriale e tutela di un prezioso lembo di
natura.
Non così da noi, dove la semplice
proposta del WWF viene bollata come eretica e impresentabile. Prevale come
sempre la logica predatoria del secolo scorso, dove la Natura deve soccombere
sempre e comunque per lasciar spazio alle progressive sorti dello
sviluppo…..progressive sorti che, tra l’altro, tutti vedono dove ci hanno
condotto! Ad una crisi etico-economico-ambientale da cui non si vedono vie
d’uscita.
Non mancano di certo spazi e
superfici alternativi per l’insediamento di nuove realtà produttive, basta
vedere la quantità di capannoni e aree industriali sfitte e non utilizzate.
Abbiamo 2 aree industriali,
Schiavetti Brancolo e Lisert (la prima in fase, tra l’altro, di ampliamento),
insediate in aree di grande valenza naturalistica. Abbiamo una cartiera
edificata su uno dei posti più preziosi del nord Adriatico: le foci del Timavo,
citate ben tre volte nelle opere di Virgilio, che era stato fortemente
impressionato dalla bellezza di quest’area. E non bastano gli scempi fatti nel
passato: sembra impossibile proteggere anche un piccolo lembo residuale del
prezioso canneto rimasto!
Lo sviluppo industriale negli
anni a venire mostrerà sempre più la corda, sia per l’imminente esaurimento
delle risorse minerarie facilmente
estraibili, sia per il raggiungimento del picco e della successiva riduzione
della produzione petrolifera. La valorizzazione del patrimonio storico e naturale unico del nostro Paese costituisce
l’unica alternativa possibile e praticabile. Uomini del secolo scorso al timone
delle nostre istituzioni questo non riescono proprio a capirlo! E’ triste, per
noi, ma soprattutto per le generazioni che seguiranno.
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